Ogni anno per decine di migliaia di giovani si presenta un dubbio amletico: studiare per il test di medicina o studiare per la maturità? Non è una domanda banale e non siete i primi a farvela, da questa domanda probabilmente dipenderà molto del vostro futuro.Studiare sia per l’esame di stato sia per il test d’ammissione a medicina risulta difficile e spesso ha come risultato che si studia un po’ qua e un po’ là, senza dei risultati concreti. È giunto il momento di prendere una decisione chiara e precisa! La risposta a questa domanda è racchiusa in altre domande, almeno 2 per l’esattezza. Cosa succede se non studi, studi meno o studi poco per l’esame di maturità? La risposta che in genere ricevo è qualcosa come “spreco 5 anni di studio” o “mi manca solo qualche mese e voglio coronare il mio sogno di uscire con un bel voto dalla scuola superiore”. Ok, ripetete la domanda e pensate alle conseguenze pratiche. Probabilmente uscirete con qualche punto in meno rispetto a quello che avreste potuto prendere: 95 anziché 100 o 75 anziché 80. E’ giunto il momento di passare alla seconda domanda: cosa succede se non studi per il test di medicina? Semplice. Resti fuori e perdi un anno. In 100 minuti vi giocate un anno e tutto quello che avete fatto prima non conta e non conta nemmeno tutto quello che farete dopo. 100 minuti, i primi 10mila entrano, gli altri 50mila restano fuori. È drastico, ma è così. Il problema risiede nel fatto che chi è alle prese con l’ultimo anno di scuole superiori è anche immerso in un mondo che è particolare. Tutti i compagni di classe sono focalizzati sull’obiettivo maturità, tutti i professori vi ripetono dalla mattina alla sera che quello è il vostro obiettivo e che non dovete sprecare anni di studi per questi ultimi mesi. Purtroppo quello è il loro obiettivo, perché per loro il vostro percorso finisce lì. Ma voi? Qual è il vostro vero obiettivo una volta usciti da quella porta? Ognuno è libero di fare la scelta che ritiene più opportuna, ma vi consiglio di valutare attentamente tutti gli elementi del caso. È una scelta che potrebbe seriamente incidere sul vostro futuro. Buona maturità e buon test di medicina a tutti e… Buona scelta!
Trucchi di memoria: paradosso, azione, vivido
Oggi parliamo di una delle tecniche più utili nel campo della memoria e di come sfruttarla per imprimere rapidamente nella nostra mente dei concetti che altrimenti richiederebbero ripetizioni su ripetizioni per essere assimilati. La cosa più bella della tecnica P.A.V. (Paradosso, Azione, Vivido) è la “versatilità”: se padroneggiata correttamente infatti è applicabile in qualunque circostanza. Per rendere la tecnica efficace, è fondamentale che il collegamento mentale sia creato seguendo tre criteri fondamentali, che si possono riassumere nell’acronimo P.A.V.:– Paradosso: il nostro cervello si concentrerà molto più facilmente su ciò che non rientra nella quotidianità, ma su cose ed eventi particolari e strani.– Azione: associare il movimento al paradosso stimolerà maggiormente il nostro processo mnemonico rispetto a quanto farebbero delle “immagini statiche” che invece si dimostrano fautrici di connessioni più deboli.– Vivido: in poche parole il concetto di “vivido” è direttamente proporzionale alla stimolazione dei 5 sensi che riusciamo ad imprimere nella nostra “storiella”. Quindi dovremo immaginare una sequenza in movimento (azione) in cui succedono cose paradossali (paradosso) e che siano per noi vivide (vivide). Un esempio che potremmo utilizzare per la memorizzazione delle varie tappe della mitosi potrebbe essere: rientrando a casa (azione), sento un buon PROfumo (profase). Mia madre ha fatto una torta di MEle (metafase) ed io ne vado pazzo. Purtroppo è ancora calda e nell’attesa che si raffreddi decido di mangiare una banANA (anafase) e sfogliare le ultime stories su instagram dal mio TELefono (telofase). Nel mio caso, un’immagine così costruita resterà molto più facilmente impressa nel tempo proprio perché colpisce i miei gusti personali (le torte di mele sono uno tra i miei dolci preferiti, mentre le banane sono uno dei pochi frutti che mangio con piacere. Instagram invece fa ormai parte della nostra quotidianità, quindi non potevo non metterlo in mezzo). Attenzione! Quella scritta sopra non è una semplice mnemofrase da imparare a memoria, sarebbe infatti lunga e sconveniente da ricordare, ma è necessario visualizzare l’azione raccontata. Questo concetto può essere applicato indifferentemente, qualunque sia l’argomento che vogliate memorizzare, a patto che la “storia” raccontata rappresenti quelli che sono i nostri interessi personali. Ora sta a voi trovare la vostra frase d’impatto. L’unico limite è la vostra immaginazione!