Scatolette di mais, wurstel scaldati al micronde, sughi pronti ed esperimenti strani ai fornelli… No non è la trama dell’episodio di “Cucine da incubo di Gordon Ramsey” ma semplicemente i pasti di molti fuorisede! Essere fuorisede significa: lavare, stirare (ah, no il vero fuorisede non stira ma stende le magliette sulle grucce per farle venire lisce!), pulire la casa, fare la spesa e cucinare…. cucinare! Quest’ultimo punto non è da sottovalutare, la scelta di cosa preparare è più complicata di quanto si pensi. Bisogna fare i conti con il frigo semivuoto, le date di scadenza e il non sapere mai cosa si voglia mangiare. Ma siete fortunati, in questo articolo vi consiglieremo dei piatti gustosi ma veloci da preparare! È ora di pranzo, cosa cuciniamo? Un bel piatto di pasta è l’ideale per ricaricare le energie e prepararsi per la sessione di studio pomeridiana. Le nostre idee sono ricette che prevedono la preparazione del condimento nel tempo in cui bolle l’acqua e si cuoce la pasta. Pasta con zucchine e pancetta: ricetta super gustosa e veloce! Tagliare un po’ di cipolla (se volete) e far dorare in padella con olio, aggiungere le zucchine tagliate sottili perché si devono cuocere velocemente. Un trucco: usare il pela patate per ricavare delle rondelle fini! Lasciare cuocere, poi aggiungere la pancetta per farla rosolare. (Una variante è con i gamberetti al posto della pancetta) Pasta panna, speck e noci: cipolla facoltativa, a voi la scelta se piangere o meno, magari lo avete già fatto ampiamente davanti ad anatomia. Far rosolare lo speck in padella, aggiungere la panna e poi a crudo le noci sbriciolate sopra. Et voilà! Altri piatti di pasta più classici ma sempre buonissimi sono: aglio, olio e peperoncino, pasta con pomodorini freschi e mozzarella a cubetti. O che dite di arricchire la pasta al pesto? Basta aggiungere delle patate e zucchine a cubetti nell’acqua in cui si bolle la pasta, il pesto sarà molto più gustoso. Se invece volessimo preparare un po’ di carne per la sera, magari dopo essere stati in palestra.Pollo al curry: tagliare la cipolla e rosolarla in padella con olio. Condire il pollo a cubetti con sale, olio, curry e pepe. Fare cuocere in padella con un po’ di acqua (la ricetta originale vorrebbe il brodo con dentro altro curry ma noi siamo fuorisede, l’acqua va benissimo!). Si possono aggiungere due cucchiai di yogurt greco per rendere la salsa più cremosa. Il riso basmati è perfetto per accompagnarlo. Non dimentichiamoci dei pranzi al sacco! Un must per noi studenti, da consumare nei corridoi delle università.Ecco le idee per una schiscetta perfetta:– Farro con mozzarella e pomodorini.– Riso basmati con quello che volete! Tonno, mais, verdure… Con il riso sta bene tutto!– Insalata greca: pomodori, cetrioli e feta.Non sono da sottovalutare le polpette. Sono perfette da preparare la sera prima e comode da mangiare con le mani. Non saranno mai come quella della nonna la domenica ma potrebbero rendere deliziosa la pausa pranzo.
Migliaia di pagine per medicina: come posso studiarle?
Machiavelli un giorno scrisse: “Nessuna grande conquista è stata realizzata senza correre dei rischi“. Niente di più vero. Vale anche per medicina: se si vuole diventare dei professionisti della salute che salvano vite umane bisogna essere disposti a scalare la più alta delle montagne: i libri. La facoltà di medicina oltre che per il severissimo test è famosa per le centinaia di pagine da studiare ogni semestre: anatomia, biochimica, farmacologia, microbiologia… insomma, ce n’è per tutti! Ma è davvero possibile memorizzare una così spinta mole di informazioni nel poco tempo di una sessione? Più o meno. Per essere medici bisogna, sì, avere buoni doti mnemoniche, ma non è tutto: già dal primo anno ci si rende conto di come sia impossibile memorizzare il libro di istologia ed embriologia per un esame di “soli” 6 CFU, bisognerebbe investire tutto il tempo a disposizione unicamente su esso. Ci deve essere, e c’è, qualcos’altro. È sbagliato credere che una facoltà di questo genere sia simile a lettere o giurisprudenza: medicina è l’ingegneria della biologia! Lo studio non può essere rimandato al solo “leggi e ripeti”, il quale poteva andare bene per le interrogazioni di storia delle scuole superiori, qui c’è un ulteriore step necessario: capire! Esami come fisiologia, dove i testi contano centinaia se non migliaia di pagine, non possono essere “imparati a memoria“: l’esame consisterà in un orale di qualche decina di minuti dove verranno testati mesi e mesi di studio. Non sarà possibile ripetere a memoria 10 capitoli del libro: la domanda sarà concisa, richiederà una risposta altrettanto mirata. Quando si studia il metabolismo non è importante conoscere a memoria tutti i nomi degli acidi coinvolti nel ciclo di Krebs, per quello esistono i manuali! Quello che conta è apprendere i meccanismi, essere in grado di spiegarli ad un bambino o ai propri nonni! Come deve muoversi, quindi, il neo-studente di medicina? Semplice: bisogna preparare un piano d’azione! Certo, non esiste alcuna formula magica in grado di sfoltire un tomo enciclopedico sull’anatomia umana, ma seguendo questi semplici step lo studio potrebbe risultare più leggero e gradevole: Iniziare a studiare in tempo, non una settimana prima! Sembrerà scontato, ma una delle aggravanti principali quando si prepara un esame da 15 cfu è l’ansia: studiare con un buon anticipo permetterà di essere più tranquilli e di avere la situazione sotto controllo. Seguire uno schema d’azione preciso:– Prima lettura – Sottolineatura– Seconda lettura– Mano all’evidenziatore– Provare a ripetere! Schematizzare, schematizzare, schematizzare! Non è da tutti, spesso si preferiscono lunghi riassunti a matita piuttosto che provare a creare vere e proprie mappe concettuali. Domande/Risposte! Un modo simpatico ed efficiente riguarda l’utilizzo di post-it: da un verso vi si pone la domanda, in quello opposto la risposta. Ora bisogna solo spargerli per tutto il perimetro di casa e provare a rispondere ogni qual volta lo si ha di fronte! Quando chiesero ad Einstein quale fosse la velocità del suono egli rispose: “Non ricordo informazione del genere a memoria, si possono trovare facilmente nei libri. Lo scopo dell’istruzione non dovrebbe essere ricordare molte cose, bensì insegnare a ragionare!”
Medicina: quando si inizia a lavorare?
Tra gli stereotipi più comuni che incalzano sulla facoltà di Medicina e Chirurgia primeggia sicuramente “studiare medicina significa aspettare almeno i trent’anni per ricevere il primo stipendio”. Niente di più sbagliato! Il percorso che si intraprende nel momento in cui ci si iscrive ad una facoltà del genere è, sì, lungo e stressante, ma di certo non infinito! Sono 6 gli anni da affrontare per conseguire la laurea magistrale a ciclo unico che conferirà ai neo-laureati il titolo di Dottori in Medicina e Chirurgia. È necessaria una precisazione: “dottore” e “medico” non sono sinonimi. Un laureato può essere considerato medico nel momento in cui è iscritto all’albo! Tuttavia, alla luce di recenti sviluppi, il percorso di laurea in Medicina è stato reso “abilitante“. Cosa significa? L’esame di iscrizione all’albo dovrà essere conseguito entro la laurea! Tale riforma, nonostante carichi ulteriormente la già onerosa vita degli studenti, è una grande rivoluzione, in quanto non sarà più necessario aspettare un anno per iscriversi al concorso d’accesso alle scuole di specialità. Per i non esperti, il MIUR considera le scuole di specialità corsi universitari “post lauream” che hanno lo scopo di formare specialisti in ambiente sanitario. Al termine del percorso formativo viene rilasciato il diploma di specializzazione nel settore prescelto. Si tratta di percorsi di istruzione dalla durata variabile (in media si tratta di 4 o 5 anni) durante i quali gli specializzandi dovranno convogliare un’intensa attività sul campo (si parla di 38 ore settimanali) alla classica didattica frontale necessaria per sostenere i rispettivi esami. La chiave per smentire l’affermazione che da il titolo all’articolo è la seguente: gli specializzandi percepiscono lo stipendio sin dal primo mese! Qualche numero: gli studenti specializzandi guadagnano fin dal primo momento uno stipendio che si aggira sui 1700/1800 euro, con uno scatto di anzianità di 50 euro una volta superato il terzo anno. In altri termini, si tratta di circa 23000 euro lordi l’anno, una cifra discreta che permette senz’altro di mantenersi in un possibile centro ospedaliero fuorisede! Ovviamente dalla cifra sovracitata bisognerà escludere le varie tasse annuali e le assicurazioni che competono un “quasi” medico di reparto.
Medicina: anatomia e non solo, ecco i 6 esami difficili
Che ci siano degli esami più difficili di altri è cosa comune, ma che questi siano identificabili come biochimica, anatomia, fisiologia, semeiotica, anatomia patologica e farmacologia è altrettanto vero? La risposta potrebbe dipendere da ateneo ad ateneo, essendo che in alcune università questi vengono suddivisi in più parti come ad esempio biochimica 1 e biochimica 2, fisiologia 1 e fisiologia 2, e per i più fortunati anatomia Patologica 1 e anatomia Patologica 2. Cambia la suddivisione, possono esser presenti o meno esami parziali, ma che questi siano gli esami con mole maggiore sicuramente è pensiero comune. Questi 6 esami sono accomunati dal richiedere la conoscenza di nozioni precedentemente acquisite e necessarie, tant’è che in molti atenei ognuno è propedeutico al successivo, oltre al presentare essi stessi delle propedeuticità necessarie per poterli affrontare. Spesso gli studenti reputano queste discipline più impegnative di quanto lo siano realmente, probabilmente scoraggiati dal quantitativo di informazioni richieste o da una scarsa conoscenza degli argomenti precedentemente trattati. In questo caso lo sforzo mnemonico sarà maggiore, e spesso non darà i risultati sperati. Come possiamo affrontarli ed uscirne vittoriosi? Sicuramente seguendo le lezioni, sistemando il materiale necessario fin dall’inizio, studiando con metodo, capendo ogni singolo argomento, perchè è vero che spesso ci possono essere degli argomenti mnemonici, ma il più delle volte nella nostra facoltà è necessario utilizzare un determinato schema logico e sequenziale; non meno importante, è creare degli schemi o dei riassunti, così da poter ripassare tutto in vista dell’esame. E ultimo, ma non per ultimo, iniziare con molto anticipo la preparazione di queste materie, così da poterle fare nostre e da poterle apprezzare.
Medicina: 5 consigli per superare i primi esami
“E’ come una verifica delle superiori?” “Quante ore servono per prepararlo?” “Cosa significa che è un esame da 18 CFU?” Sono sicuramente queste le domande più gettonate tra le matricole verso l’inizio della vacanze di natale, periodo in cui inizia lo studio per la prima sessione. Sul sito web di ogni università è presente il piano di studi relativo al proprio anno, dove vi sono segnalati gli esami obbligatori da affrontare ed eventuali scelte opzionali. Solitamente, per quanto riguarda Medicina e Chirurgia, non si ha subito la possibilità di sostenere tutti gli esami, in quanto quasi tutte le facoltà d’Italia prevedono l’obbligo di frequenza (che in media risulta essere del 70%). Subito accanto al nome dell’esame è presente il rispettivo numero di CFU, dove questo acronimo vuole indicare i “crediti formativi universitari“. Tranquilli, non è una parolaccia: il credito formativo universitario è una modalità utilizzata nelle università italiane per misurare il carico di lavoro richiesto allo studente per il conseguimento di un esame o, più in generale, un diploma di laurea. Un singolo CFU è pari a 25 ore di impegno dello studente: una quota variabile di queste ore, mai inferiore al 50%, è riservata allo studio individuale; la restante quota è rappresentata da lezioni frontali, esercitazioni in aula e quanto possa essere messo a disposizione dall’ente universitario. Dato che Medicina è famosa per avere esami che superano facilmente i 18 CFU si potrebbe pensare che quelli più piccoli siano passabili e non richiedenti impegno: sbagliato!Soprattutto quando si è agli inizi è necessario prendere ogni materia con serietà: il rischio altrimenti è iniziare prendendo sotto gamba un percorso di studi che non lo permette. Dopo questo preambolo vediamo di capire insieme quali sono gli step fondamentali per superare a pieni voti il primo esame, iniziando così al massimo la carriera universitaria:1. Sistemare gli appunti volta per volta: è necessario essere in grado di comprendere i propri appunti anche mesi dopo averli scritti! Inoltre, con questa semplice tecnica sarà più facile memorizzare i concetti finché sono ancora freschi di spiegazione.2. Non accumulare troppe lezioni della stessa materia: nessuno vi chiede di mettervi sui libri quei pomeriggi in cui tornate a casa alle 19, ma è bene evitare di ritrovarsi a gennaio con 350 pagine di biologia da smaltire in soli 7 giorni!3. Preparare un calendario: per quanto si è determinati, senza organizzazione non si va da nessuna parte! Un calendario dove si scandisce cosa andrà studiato e in che momento è sicuramente l’ideale.4. Non isolarsi: è sbagliato pensare che nelle settimane antecedenti l’esame si debba smettere di uscire o fare sport. L’unico risultato sarà quello di accumulare ansia inutile!5. Gruppo di studio: nonostante siate appassionati alle materie d’esame ci saranno quegli argomenti che non andranno a genio. Un gruppo di amici con cui studiare seriamente potrebbe risolvere il problema!
Studiare medicina: sei pronto a farlo lontano da casa?
Il test di medicina è un test nazionale, al pari di quello di veterinaria, odontoiatria e architettura; questo comporta che non sia possibile scegliere la sede dove si studierà, ma si può solo stilare una lista delle varie università italiane in ordine di preferenza. In base alla classifica nazionale si verrà poi assegnati a una determinata sede, che spesso non è quella desiderata o quella più vicina.Chi sceglie di intraprendere il percorso di medicina, il più delle volte ha già messo in conto di doversi trasferire in una nuova città, sia per scelta propria di vita, sia perché le facoltà non sono distribuite uniformemente sul territorio nazionale e potrebbero essere distanti dalla propria casa. C’è però chi ha la possibilità di non doversi muovere, ad esempio chi vive in città quali Roma o Milano, dove la scelta non ricade su un’unica facoltà di medicina ma addirittura si può decidere fra due o tre.Studiare medicina: sei pronto a farlo lontano da casa? 2Come accennato precedentemente, è però la classifica nazionale a determinare se e dove si potrà studiare medicina. Molti studenti si ritrovano ad ottobre pronti a dover preparare le valigie per spostarsi anche a centinaia di chilometri di distanza dalla propria famiglia.Inevitabilmente sorge la domanda: “Vale la pena andare a studiare lontano da casa?” Le risposte a questa domanda sono tante ed ognuno di noi ha la propria, ma i punti principali su cui bisogna riflettere sono:– Quanto è grande il mio desiderio di studiare medicina?– La mia famiglia potrà supportarmi economicamente in questo lungo percorso?– La città in cui andrò a vivere mi piace?Scegliere una sede universitaria significa scegliere la città in cui si vivranno i prossimi sei anni della propria vita! Secondo un’indagine di Almalaurea del 2018 gli studenti italiani non sono così entusiasti di trasferirsi lontano da casa. Infatti, circa metà del campione analizzato (46%) prosegue gli studi nella stessa provincia in cui ha conseguito il diploma di scuola superiore, il 25,5% invece si sposta in zone limitrofe, sempre all’interno ella propria regione. Il 25% degli studenti, infine, fa le valigie e si sposta lontano da casa, metà di essi però restano nella stessa zona geografica (nord, centro, sud), mentre l’altra metà si allontana di molti chilometri.